La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica in cui il sistema immunitario attacca e danneggia erroneamente i nervi, causando progressivamente sintomi di perdita di funzionalità e paralisi. Attualmente non esistono cure per la SM, ma sempre più evidenze indicano che l'esposizione alla luce solare durante l'infanzia e l'adolescenza possa ridurre il rischio di sviluppare la malattia. Un recente studio australiano, pubblicato su Neurology, suggerisce che questo vale anche per le forme di SM che colpiscono bambini e adolescenti.

Generalmente, la SM si manifesta tra i 20 e i 50 anni, ma circa il 5% dei pazienti presenta sintomi già prima dei 18 anni. Un gruppo di scienziati e medici australiani ha studiato 332 partecipanti di età compresa tra 4 e 22 anni, ai quali era stata diagnosticata la SM prima dei 18 anni, confrontandoli con 534 coetanei sani.

I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti quanto spesso trascorressero del tempo all'aperto durante l'estate. È emerso che stare all'aperto in estate sembrava offrire una protezione contro la SM. Bambini e adolescenti che trascorrevano almeno mezz'ora al giorno all'aperto in estate avevano il 50% in meno di probabilità di sviluppare la SM rispetto a chi trascorreva meno tempo all'aperto. Quelli che passavano da 1 a 2 ore al giorno all'aperto erano ancora più protetti: rispetto a chi stava prevalentemente al chiuso, il loro rischio di sviluppare la SM era inferiore del 78%.

Era già noto che l'esposizione alla luce solare protegge contro la SM in generale, e che i bambini cresciuti in regioni soleggiate hanno meno probabilità di sviluppare la malattia in età adulta. Una spiegazione comune per questo effetto protettivo è la vitamina D, poiché la luce ultravioletta che colpisce la pelle scoperta è la principale fonte di questa vitamina.

Tuttavia, sebbene studi precedenti abbiano dimostrato che alti livelli di vitamina D possono effettivamente proteggere dalla SM, potrebbe non essere l'unico fattore. Nello studio australiano, i ricercatori non hanno trovato una correlazione tra i livelli di vitamina D e la SM. Lo stesso vale per uno studio del 2018, in cui neurologi americani hanno confrontato persone di etnia europea, latina e africana.

Tra i partecipanti di origine europea, sia l'esposizione alla luce solare che alti livelli di vitamina D riducevano il rischio di SM. Tra quelli di origine latina e africana, invece, non è stato riscontrato un effetto protettivo associato ai livelli di vitamina D. Tuttavia, l'esposizione alla luce ultravioletta ha comunque ridotto il rischio di SM in queste popolazioni. È possibile che la luce ultravioletta agisca positivamente anche attraverso meccanismi diversi dall'aumento dei livelli di vitamina D.


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